Perché il Sud è rimasto indietro

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Bari, 02 luglio 2014

“Perché il Sud è rimasto indietro”

“Perché il sud è rimasto indietro” di Emanuele Felice, edito da Il Mulino, sarà presentato domani giovedì 03 luglio alle ore 18.30 presso il Fortino Sant’Antonio. L’evento è organizzato dalla Fondazione Giuseppe Tatarella e rientra nel ciclo Le Frecce – sezione Mezzogiorno.

Secondo il professor Emanuele Felice, sono state le classi dirigenti meridionali a ritardare lo sviluppo, dirottando le risorse verso la rendita più che verso gli usi produttivi. Non vi è al Sud una borghesia industriale. Si passa dall’età liberale e dal fascismo ai mediatori politici dell’età repubblicana: questi si limitano a gestire flussi di finanziamenti che arrivano dall’esterno tramite l’intervento pubblico, gestiscono la localizzazione degli insediamenti industriali. Ed è anche in questo modo che riescono a mantenere il controllo del territorio, in forma di voto clientelare. Al Sud occorre dunque modificare la società, spezzando le catene socio-istituzionali che la condannano all’arretratezza, annientare la criminalità organizzata, eliminare il clientelismo, rompere il gioco dei privilegi e della rendita. Tesi interessanti che saranno illustrate nel corso del dibattito al quale interverranno Alessandro Laterza, Responsabile Mezzogiorno di Confindustria e Federico Pirro, docente di Storia dell’industria e Politiche economiche territoriali, moderati da Maddalena Tulanti.

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