L’onere della toga – recensione di Franco Metta

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L'onere della toga

L’ONERE DELLA TOGA

di LIONELLO MANCINI.

 

 

 

 

 

 

 

I Magistrati italiani che svolgono le funzioni di Pubblico Ministero sono circa due mila.
Lionello Mancini, giornalista economico, improvvisamente e perdutamente innamoratosi della cronaca giudiziaria, ne sceglie cinque.
Non tra i piu’ noti.
Non con nomi adusi alle cronache.
Cinque PM raccontati attraverso una o piu’ indagini a loro affidate.

Anzi, quattro pubblici ministeri.
Che’ il quinto e’ Cuno Jacob Tarfusser, Procuratore Capo di Bolzano, del quale si narra in riferimento alla totale e completa riuscita di opera che pareva impossibile ed irrealizzabile: la riorganizzazione dei servizi e della struttura organizzativa della Procura di Bolzano.
Sara’ per la vicinanza al confine, grazie al dottor Tarfusser, la Procura di Bolzano sembra, per efficienza, una Procura tedesca….
Chissa’ se ci darebbe riuscito a Reggio Calabria, perche’ quella Bolzano era….

Il libro e’ interessante.
Le indagini raccontate sono le piu’ diverse.
Alessandra Dolci e’ il PM che ha scoperto la ndrangheta in…Padania….con buona pace di Maroni e Bossi.
Fabio Di Vizio ha condotto l’indagine per reati economici e tributari, sconvolgendo il paradiso fiscale e dei riciclatori, sorto in quel di San Marino, a due passi dalle spiagge della riviera romagnola.
Marco Ghezzi era capo della divisione soggetti deboli.
Intesi questi – donne e bambini – quali parti offese di reati atroci.
Lucia Musti viene raccontata attraverso l’indagine, questa piu’ nota al
pubblico, sul rapimento e l’omicidio di Tommaso Onofri, il piccolino di 18 mesi.

Bel libro,interessante.
Si legge in un fiato.
Un difetto?
E’ un po’ dolciastro, elegiaco.
I cinque Magistrati descritti meritano ogni lode e ogni apprezzamento.

Manca la precisazione, vera, che pero’ non tutti i due mila, meriterebbero un posto nel racconto.
Piccolo neo, apparso evidente, al penalista anziano.
Che ne ha ammirati tanti, come questi cinque.
Ma incontrati anche altri….

Franco Metta
Per la Fondazione Giuseppe Tatarella.