L’avvocato del Diavolo – recensione di Franco Metta

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Avvocato del diavolo                                                       L’AVVOCATO DEL DIAVOLO

di VITTORIO DOTTI.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’avvocato e’ Vittorio Dotti.
Il diavolo Berlusconi.
Il resto e’ abbastanza noioso e scarsamente utile.
Berlusconi il male, ma sono tanto svegli e attenti che per riconoscere il male
ci mettono venti anni.
E prima di riconoscerlo, in nome del male, fanno i parlamentari, i capigruppo
alla Camera, una folgorante carriera politica.
Ma dato che tira piu’ un pelo di….  che…..
La carriera di Dotti come avvocato del diavolo finisce con il diventare la sua
fidanzata, accusatrice di Previti e del mondo Fininvest.
Fidanzata di Dotti: giocatrice d’azzardo compulsiva, antiquaria fallita, doti morali scarseggianti.
Sorge spontanea la domanda:
Professionisti di fama, politici di rango, ricchi e noti, ma con chi diavolo andate a letto?
La vostra compagnia femminile dove la reclutate?
Sul raccordo?
Uno spaccato di un mondo triste, incompleto.
Gretto e stupido.
Con grande sfoggio di denari e di potere, con un deserto di sentimenti e di valori.
Berlusconi in questo deserto ci sguazzava.
I vari Dotti facevano le paperelle in piscina. Felici.
Quando non e’ andata piu’ bene, sono passati a sputacchiare addosso al loro mentore.
Oh, dico:
Mai uno che abbia detto Silviotto me ne vado perche’ ho dei principi, perche’ queste cose non si fanno, perche’ non condivido eticamente e moralmente.
Niente, cavoli.
E’ il diavolo e mi sta bene.
Se mi caccia, scrivo un libro.

Franco Metta
Per la Fondazione Giuseppe Tatarella.