Identici – recensione di Franco Metta

In Recensioni il

Identici       IDENTICI

di SCOTT TUROW.

 

 

 

 

 

 

 

 

Una boiata.
Pazzesca.
Mi dispiace per Scott Turow, un romanziere importante.
Ma evidentemente c’ era un contratto da rispettare; aveva bisogno di vile, quanto utile, denaro.
Certo e’ che nonostante non avesse una idea, che fosse una, ha partorito questa boiata.
Infinita.
Immaginate un panino.
Non di quelli imbottiti con ” coerenza “, ma un panino di pane raffermo, dentro al quale infilare di tutto, dalla mortadella al sottoaceto, al broccolo.
Un miscuglio di sapori, tanto miscuglio da essere insipido.
Una ispirazione narrativa evidentemente inaridita, che si cerca di far rifiorire, inventandosi un racconto assurdo, intrecciato ad altre mille storie.
Complicate, intorcinate, complessivamente assurde.
Di una noia mortale.
Difficili anche da ricordare, una per una.
” Americanate ” le chiamo io.
Storie assurde, raccontate con sussiego.
Non anticipo la trama, caso mai qualcuno, onostante tutto, voglia spendere inutilmente il prezzo di copertina.
Vi dico solo di figli di uno che non sono tali.
Di un altro, che tutti considerano figlio, ma che figlio non e’.
Una comitiva di spostati, chissa’ perche’, immaginati da Scott Turow come di origine greca.
Malavitosi anche, forse per togliere l’esclusiva agli Italiani.
Turow alla fine prova anche a spiegare a chi e a cosa si e’ ispirato.
Non ce ne potrebbe fregare di meno.
Ridateci Turow di “Presunto Innocente”, dell ” Onere della prova “, di ” Prova d’appello “.
E per favore, se non hai niente da scrivere, gioca a golf.

Franco Metta
Per la Fondazione Giuseppe Tatarella.