Democrazia in diretta – recensione di Franco Metta

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Democrazia in diretta

                                                          DEMOCRAZIA IN DIRETTA
di NADIA URBINATI.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nadia Urbinati insegna Teoria Politica alla Columbia University.
E scusate, se e’ poco.
Parte, nel Suo saggio, da due avvenimenti, passati decisamente in secondo piano rispetto alla nostra attenzione:
In Islanda i componenti della assemblea che scrivera’ la nuova Costituzione sono stati scelti per sorteggio;
in Ungheria una riforma recente restringe liberta’ e diritti civili, per legge.
Si chiede l’autrice: cosa stia succedendo in questi anni alla democrazia.
Siamo sostanzialmente difronte ad una rinascita partecipazionista, che non rifiuta le rappresentanze tradizionali, ma le adatta, le stravolge,elimina i corpi intermedi.
Ci rivedo un Movimento Civico come La Cicogna.
Non rifiuta suffragio elettorale e rappresentanza civica istituzionale, ma travolge i corpi intermedi tradizionali, cioe’ i partiti.
E’ democrazia anche questa.
Perche’ la storia della democrazia altro non e’ che la storia delle forme attraverso le quali le comunita’ dei cittadini hanno limitato il potere, per impedire a chi lo esercitava di procedere a propria discrezione,senza tenere ben presente quale fosse il bene della Comunita’.
Esattamente quello che sta succedendo nella Nostra Cerignola rispetto a quanti hanno occupato a proprio esclusivo beneficio il potere in questa Comunita’,
rifiutando finora di restituirlo, nemmeno in parte, ai legittimi detentori.
Con Guicciardini potremmo dire che il popolo non accetta piu’ di sottostare al governo di una ristretta maggioranza, senza detestarla dal profondo del cuore.
Andiamo verso una democrazia fatta di decisioni rapide; affidate a competenze specifiche; con nuovi criteri di selezione del personale politico.
Una parte del nostro Programma. Certo il declino dei partiti politici tradizionali.
Ineluttabile la nascita della democrazia rappresentativa di opinione in movimento.
Se la emme di movimento diventa maiuscola, ci ritroviamo alla perfezione.
La crescita di apatia elettorale, e non solo, esprime il senso della percepita
inutilita’, che preconizzo’ per primo Hegel.
Frutto del fatto che i partiti sono diventati un mezzo per far carriera politica, sempre piu’ privilegiata e, quindi, sempre meno democratica.
Calise scrive:
“Nei partiti tradizionali i militanti svolgevano il ruolo cruciale di terminali intelligenti delle domande provenienti da segmenti della societa’…..costituivano un sistema capillare e diffuso di rilevazione delle preferenze dell’elettorato, fornendo al partito e alla dirigenza le informazioni necessarie per operare scelte in una direzione o nell’altra”.
Nella eventuale possibile prospettiva di una assunzione Nostra di responsabilita’ politico / amministrative in citta’, il Movimento, vivo e vitale, dovra’ fare esattamente questo.
Oggi internet riempie il vuoto di comunicazione tra cittadini ed istituzioni; ma se i partiti sono inadeguati al ruolo di mediazione e di indiretta partecipazione.
Non si puo’ – vero Grillo? – lasciare tutto in mano al web.
Se il partito si e’ sostituito ai cittadini, da mezzo e’ diventato fine; ha posseduto la democrazia, ne ha fatto una oligarchia; non significa che i mediatori tra cittadini rappresentati e istituzioni rappresentative siano divenuti inutili.
Servono, servono molto: al netto delle distorsioni che denuncio.
Due notazioni finali gustose.
La professoressa Urbinati sottolinea come oggi, i nuovi mezzi di comunicazione consentano a chi lo voglia di farsi egli steso giornalista o reporter e di saltare un altro gradino intermedio tra cittadino e fatti.
Quanti giornalisti in questi termini abbiamo creato Noi della Cicogna ?
Infine, la promessa.
Segno di critica e decisione di correggere; espressione di fiducia nelle procedure democratiche che consentono critica e correzione.

Franco Metta
Per la Fondazione Pinuccio Tatarella